Dopo un 2022 chiuso con sole 1,3 milioni di immatricolazioni e la transizione energetica che fatica a concretizzarsi, l’associazione lancia l’appello al governo

È stato definito uno dei peggiori anni del mercato auto nell’ultimo mezzo secolo. E ha chiuso un triennio già disastroso, periodo in cui sono mancati all’appello 1,6 milioni di immatricolazioni di auto e 7,8 miliardi di euro di gettito Iva. Stiamo naturalmente parlando del 2022, il terzo anno consecutivo di crisi che ha portato in Italia ad appena 1,3 milioni di immatricolazioni, in calo del 31,3% rispetto al 2019. La ripresa si annuncia lenta e graduale. Secondo l’Unrae, l’Unione nazionale rappresentanti autoveicoli esteri, nel 2023 l’incremento delle immatricolazioni dovrebbe essere di appena 100 mila unità, in aumento del 7,7%. “Il mercato automotive in Italia è in grave sofferenza a causa della congiuntura mondiale ed europea, ma anche di una non chiara e non coordinata strategia verso la transizione sostenibile da parte delle istituzioni italiane centrali e locali”, ha spiegato nelle scorse settimane Andrea Cardinali, Direttore Generale di Unrae.
LE RIPERCUSSIONI DELLA CRISI
La sofferenza prolungata del mercato ha naturalmente delle ripercussioni negative sulla qualità del parco circolante di autovetture. Quello italiano ha un’età media di 12,2 anni: molto più alta di quella degli altri principali mercati europei (nel Regno Unito è di 8,7 anni, in Germania di 10,1 e in Francia di 11). “Con un mercato a livelli così depressi – ha stimato Cardinali – Per sostituire tutto il parco nazionale ci vorrebbero 30 anni”. Le difficoltà del periodo, inoltre, non consentono il concretizzarsi dell’invocata transizione energetica.
COME CAMBIERÀ IL PARCO AUTO
Secondo le stime dell’associazione, in questo 2023 un’auto su otto immatricolato in Italia dovrebbe essere a trazione elettrica, con una quota del 12,8% divisa tra elettriche pure BEV (6%) e ibride plug-in PHEV (6,8%). Ma la quota maggiore sarà delle ibride HEV (in salita in un anno dal 34% al 36,6%), seguite da quelle con motore a benzina (in calo dal 27,5% al 25,4%) e diesel (giù dal 19,5% al 16,7%).
L’APPELLO AL GOVERNO
Tra le proposte di Unrae per affrontare il momento, Cardinali suggerisce di “mantenere e potenziare gli incentivi all’acquisto di autovetture per il rinnovo del parco circolante almeno fino al 2026 per privati e aziende”. Inoltre, ha parlato di “elaborare una politica infrastrutturale per la ricarica elettrica e il rifornimento a idrogeno” e “rivedere l’impianto fiscale del settore modulando detraibilità Iva e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 per le auto aziendali”. Tra gli obiettivi proposti da Unrae c’è soprattutto la rapida pianificazione di una “riconversione industriale della filiera automotive e della componentistica, per riportare il nostro paese a essere un riferimento a livello europeo”. Stesso punto, quest’ultimo, sul quale ha insistito anche il presidente di Unrae Michele Crisci, in una lettera aperta alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “I sacrosanti target ambientali indicati dalla UE impongono una riconversione industriale rapida ed efficiente”.