Il rapporto tra fleet manager e fornitori può davvero essere decisivo per superare insieme le molte sfide poste dai cambiamenti della mobilità in atto

Un 2021 non partito sotto i migliori auspici né da un punto di vista economico né da quello del mercato dell’automotive obbliga tutti ad una presa di coscienza e spinge verso nuovi approcci gestionali per il proprio business.
Nel campo della mobilità aziendale, ma direi più ampiamente nell’organizzazione del nostro lavoro in termini di spazi, tempi e movimenti, molto sta cambiando a causa del coronavirus e nessuno può restare ancorato a schemi pre-2020.
Una nuova alleanza è necessaria tra chi gestisce le flotte, la mobilità e l’organizzazione del lavoro in azienda e chi fornisce servizi in questo ambito.
NON SOLO COSTI
Dovremmo forse un po’ tutti uscire dallo schema rigido del costo del servizio per affrontare in modo più completo ed articolato questo elemento in relazione alla tipologia di servizio ed ala flessibilità necessaria. Partiamo sempre e comunque dalla considerazione di fondo che il canone di noleggio è solo una delle componenti del costo totale di detenzione dei veicoli.
Questo costo si determina in conseguenza della tipologia del veicolo, dei servizi connessi, dell’utilizzo dello stesso in termini di chilometri percorsi e di tipo di guida.
Quando, in un classico rapporto contrattuale nel campo del noleggio a lungo termine ad esempio, si intavola una trattativa, l’obiettivo comune per cliente e fornitore è la definizione del canone; un costo per il cliente, un ricavo per il fornitore del servizio.
Perché il citato canone di noleggio diventi una fonte di profitto per entrambi (perché può esserlo) è necessario che in esso ognuno ritrovi un tornaconto misurabile in termini di servizio e di margine operativo e molto si può fare in vari ambiti. Si può partire, ad esempio, da una personalizzazione accentuata dello schema contrattuale e dei servizi essenziali.
CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI
Non tutte le flotte e non tutti i veicoli in flotta hanno le stesse caratteristiche ed esigenze in termini di prestazioni, veicoli sostitutivi, velocità di riparazione, coperture e franchigie assicurative ecc. e quindi modulare car list e contratto di noleggio in maniera articolata, segmentando le esigenze, condividendo informazioni ed esperienze tra fleet manager e key account manager della società di noleggio può rivelarsi una chiave di successo.
Vi è inoltre un ambito di cui molto si parla ma in sostanza ancora poco esplorato dai più che è quello di come utilizzare in forma predittiva nei contratti lo “storico di flotta” e i big data derivanti dalle black box installate sulla flotta propria o sulla flotta del noleggiatore.
Da questi big data possono emergere utili indicazioni in termini di percorrenze medie, caratteristiche di guida, tempi di sosta, sinistrosità, consumi, ecc. che possono consentire di profilare meglio car list e canoni, orientando le alimentazioni (il tema elettrico si, elettrico no), i servizi accessori, le franchigie, con un calcolo del costo complessivo del contratto che si sposta dal mero canone di noleggio al TCO, il cui contenimento in fondo, come evidenziato in premessa, è l’obiettivo dell’azienda.
IN LINEA CON LE ASPETTATIVE
Insomma, forti di questi dati oggettivi potremmo meglio interpretare le esigenze di tutti andando a profilare quanto effettivamente aderente alla propria realtà, generando un canone ritagliato sulle esigenze e non sulle sensazioni (che portano a tutelarci troppo in maniera sbagliata per ambiti non necessari e a lasciare scoperte invece aree di rischio che possono rivelarsi fatali da un punto di vista economico) che il bravo noleggiatore può concretamente dimostrare di essere in linea con le aspettative del cliente. In questo ultimo anno e mezzo di sconquassi esistenziali anche i più renitenti ai cambiamenti sono dovuti diventare flessibili: per quel che ci riguarda sicuramente nelle relazioni, nell’operatività lavorativa, negli spostamenti.
Tutti abbiamo apprezzato le proposte di rimodulazione dei contratti che hanno saputo tener conto delle mutate esigenze in termini di chilometraggi, tempi di durata, riallocazione delle vetture, chiusure anticipate; in una logica sinergica dall’altro fronte, le aziende che pur in un contesto economico denso di imprevisti, hanno riprogrammato un flusso di cassa magari dilazionato ma certo nei confronti dei fornitori. Ancora oggi lasciarsi degli spazi di flessibilità operativa potrebbe essere ben più importante che qualche euro di differenza in termini di canone contrattuale.