Chi gestisce flotte costituite in gran parte da auto con motori endotermici non deve sentirsi lontano dall’obiettivo sostenibilità: esistono diverse misure che possono contribuire a ridurre le emissioni anche al di là dell’elettrificazione

Nell’immaginario collettivo l’elettrificazione è la via maestra per ottenere una flotta più sostenibile dal punto di vista ambientale. Una svolta attesa e invocata, che però (al momento) non è percorribile per ogni tipo di flotta, ognuna alle prese con varietà di impiego (basti già solo pensare alle percorrenze) molto differenti. Tuttavia, i gestori di flotte che continuano a fare largo affidamento su modelli con motori endotermici non devono sentirsi estranei ai discorsi sulla sostenibilità. Esistono diverse misure che, se adottate correttamente e sistematicamente, possono contribuire in modo significativo a ridurre le emissioni di CO2. Vediamo quali sono.
I CONSIGLI PRINCIPALI
In primis, sembrerà banale, ma il consiglio è semplice: rallentare. Secondo una ricerca del Dipartimento dell’energia degli Stati Uniti d’America, riducendo la velocità di 8-10 chilometri orari si può ottenere un risparmio di carburante compreso tra il 7 e il 14%, con vantaggi evidenti per ambiente e costi. Inoltre, i gestori di flotte potrebbero suggerire ai driver di affidarsi il più possibile al Cruise Control, per evitare consumi ed emissioni del tutto evitabili in fase di accelerazione, affidandosi maggiormente a una velocità costante. Certo, ridurre la velocità non basta se la pressione degli pneumatici non è ottimale. Per questo, un altro consiglio consiste nel verificare periodicamente la corretta pressione delle gomme: gli pneumatici che si trovano al di sotto della pressione consigliata possono far aumentare il consumo di carburante anche del 3%. Consumi ed emissioni sono determinati anche dal peso: il consiglio è quindi assicurarsi di non trasportare pesi inutili, come oggetti e attrezzature che sicuramente non saranno utilizzate nel corso della giornata. Un’altra mossa sicuramente efficace riguarda la pianificazione dei percorsi, che consente di evitare chilometri non necessari.
QUANTIFICARE LE EMISSIONI
Grazie a una migliore pianificazione, è possibile ridurre i costi operativi e le emissioni di CO2. Ma prima di iniziare a sviluppare un programma di riduzione delle emissioni di CO2 della flotta bisognerebbe chiedersi quanta CO2 si emette. Un valido aiuto per la quantificazione delle emissioni può fornirlo la telematica e i suoi strumenti pensati per monitorare il consumo di carburante in tempo reale, ma anche altri aspetti chiave come la manutenzione e lo stile di guida. Una volta fotografata la situazione, si può passare a stabilire obiettivi di riduzione di CO2 chiari, misurabili e realistici, meglio ancora se rispondenti alla strategia complessiva di sostenibilità adottata dall’azienda. Fissati gli obiettivi, lo step successivo è passare all’azione, mettendo in atto tutte le buone pratiche utili allo scopo, senza naturalmente dimenticarsi di monitorare costantemente i progressi e tenere traccia dei miglioramenti, per assicurarsi di essere sulla strada giusta.
L’IMPORTANZA DI PIANIFICARE
Chi gestisce la mobilità di un’azienda dovrebbe chiedersi come pianificare, aggiornare e migliorare continuamente tutti i fattori di un programma indirizzato alla sostenibilità. L’attenzione dovrebbe essere quindi posta sull’esistenza di un vero e proprio programma e sulla sua capacità di ridurre il costo totale della mobilità, contenere le emissioni nocive, migliorare l’affidabilità della flotta e assicurare la soddisfazione degli utenti aziendali. È sempre più diffusa l’esigenza di un approccio nuovo alla gestione, che consenta di monitorare tutte le componenti della mobilità aziendale in tempo reale e che permetta ai manager di prendere decisioni rapide ed efficaci per miglioramenti o alternative.