Strade: la sicurezza passa anche dalla manutenzione

di Giovanni Tortorici

Nel corso del tempo, a causa dell’azione dei carichi di traffico e degli agenti atmosferici a cui sono soggette in esercizio, le pavimentazioni stradali subiscono un progressivo degrado

Considerando che la sicurezza della circolazione stradale rappresenta uno degli obiettivi fondamentali di qualsiasi gestore di infrastrutture viarie e che il degrado delle pavimentazioni è uno dei fattori determinanti nello sviluppo di casi di incidentalità, risulta fondamentale verificare le condizioni delle strade per accertarne il possesso dei requisiti funzionali e strutturali minimi richiesti per la circolazione dei veicoli, pianificando tempestivamente gli interventi manutentivi atti al ripristino di un adeguato livello di servizio.

VINCOLI PER LA MANUTENZIONE STRADALE

La decisione sul tipo d’intervento a cui ricorrere per migliorare la pavimentazione stradale, o semplicemente per garantirne le condizioni di transitabilità, è spesso dettata da vincoli legati al budget. Esistono due macro-tipologie di intervento. Il primo è il risanamento superficiale del manto stradale. Gli interventi di risanamento a livello del manto stradale risolvono quei problemi che sono limitati agli strati superiori della pavimentazione e che sono solitamente causati dall’invecchiamento del bitume e dalle fessure che si formano sul manto a causa degli sbalzi termici. Il secondo tipo di intervento è il consolidamento strutturale. I provvedimenti di risanamento volti a risolvere problemi che interessano la parte interna della struttura di una pavimentazione sono in genere considerati soluzioni a lungo termine. Il consolidamento dei sottofondi è una forma di miglioramento: maggiore è la densità del materiale e maggiori saranno le caratteristiche di resistenza.

I PROVVEDIMENTI PIÙ URGENTI

La regola base da seguire per la manutenzione stradale è quella che i provvedimenti di conservazione a breve termine sono assolutamente indispensabili. Lasciare che la pavimentazione si deteriori ulteriormente è generalmente la decisione peggiore a causa dell’innalzamento esponenziale di deterioramento col trascorrere del tempo e, di conseguenza, l’aumento vertiginoso dei costi economici per la relativa manutenzione stradale a regola d’arte.

IL RICICLO DEL PAVIMENTO STRADALE

In Italia, solo il 25% del fresato d’asfalto viene avviato al recupero. Cresce il riciclo delle pavimentazioni stradali, ma l’Italia resta ancora “fanalino di coda” in Europa. Riciclare il 100% delle pavimentazioni stradali rimosse porterebbe a grandi vantaggi economici e ambientali. Perché non siamo al livello di altri stati EU? In Europa la media del fresato d’asfalto recuperato è del 60%. Grazie al riciclo ogni anno in Italia si generano risparmi di materie prime per circa 300 mln di euro, ma, con meno burocrazia e regole più uniformi, il valore potrebbe raggiungere i 1.200 milioni di euro. Con il riciclo di questi materiali, poi, ci sarebbe anche una riduzione di emissioni inquinanti equivalenti a quelle generate da 3 raffinerie di medie dimensioni e all’inquinamento prodotto dalla circolazione continua di 330.000 autocarri sul territorio nazionale. In Italia abbiamo anche un “supermodificante” per asfalto a base di grafene che, mescolato al bitume tradizionale, è in grado di aumentare la durata della pavimentazione stradale del 250%, a fronte di un incremento dei costi compreso tra il 10% e il 15%. Il brevetto è italiano e la durata più che doppia del manto stradale e l’utilizzo di materiali riciclati rende il tutto altamente sostenibile.

L’IMPORTANZA DELLA MANUTENZIONE

Una strada dissestata, rappresenta fonte quasi inesauribile di manutenzioni fatte al risparmio, con suddivisione di fondi. Se non ci sono i fondi, non si fa nulla, altrimenti si deve fare male, in modo da generare un volano di riparazioni approssimative che porta a nuove riparazioni. Fare le strade bene, e con materiali giusti, sarebbe anche ecologicamente corretto. Conservare le pavimentazioni stradali delle nostre città in condizioni adeguate, con superfici uniformi, prive di dissesti gravi quali buche e fessurazioni ramificate, determina una riduzione della resistenza al rotolamento durante il moto, quindi un minor consumo di carburante e, di conseguenza, consente di limitare le emissioni di CO2, causate dall’intero sistema dei trasporti su gomma. Senza contare gli innegabili vantaggi in termini di sicurezza e comfort di guida. Curare le strade è una delle soluzioni che gli enti pubblici devono adottare nel settore delle infrastrutture: potrebbe essere una ragione da sbandierare nella lotta contro gli attuali cambiamenti climatici. Infatti, ogni kg di CO2 speso in una corretta attività di manutenzione stradale consente di evitare l’emissione di circa 36 kg di CO2, derivante da traffico stradale. In caso di guida su pavimentazioni con condizioni superficiali degradate, le emissioni di CO2, di un’auto possono aumentare anche del 13% rispetto a pavimentazioni in perfette condizioni.