Rimborsi delle ricariche domestiche

di Stefano Sirocchi

FISCO E DINTORNI – L’ESPERTO RISPONDE
Rubrica a cura di Stefano Sirocchi, dottore commercialista

Qual è il trattamento dei rimborsi delle ricariche domestiche per i veicoli elettrici?

Con la recente risposta ad interpello 421 del 25 agosto 2023, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che i rimborsi erogati dal datore di lavoro al dipendente per le spese di energia elettrica, sostenute per la ricarica domestica dell’autoveicolo concesso in uso promiscuo, costituiscono reddito di lavoro dipendente da assoggettare a tassazione, non essendo gli stessi configurabili come fringe benefit. Tali rimborsi, secondo l’istante, sarebbero avvenuti sulla base dei chilometri percorsi per esigenze di servizio, di cui l’azienda avrebbe tenuto conto grazie alla consegna ai driver di particolari tessere (una per esigenze di lavoro e una per esigenze private), mentre per una categoria di dipendenti (in particolare i dirigenti), il rimborso sarebbe stato integrale e comprensivo anche delle percorrenze private.

Il contratto relativo al servizio di energia elettrica, sarebbe stato quello stipulato dal dipendente con il gestore da lui scelto e la spesa rimborsata sarebbe stata determinata sulla base del prezzo medio comunicato dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) e dei consumi effettivi monitorati dall’azienda. Le Entrate, nella citata risposta, ritengono che tali rimborsi siano imponibili in quanto costi non sostenuti nell’esclusivo interesse del datore di lavoro. Ciò, tuttavia, contrasta con quanto affermato dalla DRE Lombardia (Prot. 93679, del 30 ottobre 2000) che, al contrario, aveva evidenziato l’irrilevanza del rimborso di carburante ai fini della determinazione del benefit, senza fare alcun riferimento all’imponibilità dei rimborsi per il lavoratore.