Arriva il Piano Ue sull’auto, cosa cambia per le flotte?

Entro l’anno arriverà una proposta legislativa europea per elettrificare le flotte aziendali, che oggi rappresentano il 60% del parco auto dell’Ue

Il commissario europeo per i Trasporti e il Turismo sostenibile, Apostolos Tzitzikostas

Incentivi all’acquisto sia nazionali che europei, leasing “sociale” ed elettrificazione delle flotte aziendali: sono sono alcune misure che la Commissione Europea vuole attuare nell’ambito del suo atteso Piano per l’automotive. Nessun passo indietro sullo stop ai motori termici dal 2035. Parte centrale del piano d’azione è la presentazione di un modifica mirata al regolamento sulle emissioni CO2 per calcolare su tre anni (2025-2027), e non più uno come in precedenza, la conformità agli standard scattati quest’anno sulle vendite, che prevedono di non oltrepassare il limite di 93,6 grammi di CO2 per chilometro percorso a livello di flotta. In sostanza, concedendo più tempo per adeguarsi agli standard di conformità ed evitare le sanzioni che sarebbero scattate dal 2025. Bruxelles promette inoltre “un’accelerazione” dei lavori sulla revisione del regolamento, prevista per il 2026 e anticipabile al 2025, per tener conto degli “sviluppi tecnologici e dell’importanza di una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso una mobilità a emissioni zero”. Nel piano è presente anche il concetto di neutralità tecnologica, che consentirebbe di commercializzare dopo il 2035 anche modelli con motori tradizionali alimentati a carburanti alternativi, a patto che garantiscano le zero emissioni.

Cosa cambia per le flotte

Entro il 2025 arriverà una proposta per elettrificare le flotte aziendali, che oggi rappresentano il 60% del parco auto dell’Ue. Nel piano Bruxelles fa leva sul rafforzamento del sistema infrastrutturale e assicura che renderà disponibile già nel 2025 e 2026, 570 milioni di euro nell’ambito dello strumento per i carburanti alternativi per le colonnine di ricarica. Spazio anche a garantire parità di condizioni con i produttori esteri, l’Ue proporrà “condizioni per gli investimenti esteri in entrata nel settore”, promettendo di continuare a vigilare sui maxi-sussidi della Cina alle e-car. Come anticipato nei mesi scorsi, il compito del commissario europeo per i Trasporti e il Turismo sostenibile, Apostolos Tzitzikostas, sarà accelerare l’elettrificazione e supervisionare lo sviluppo delle infrastrutture di ricarica, semplificando anche la questione dei costi di ricarica e dei mezzi di pagamento. C’è quindi attesa per una riforma legislativa per auto aziendali e flotte di mezzi pesanti. 

La posizione di Anfia

“Apprezziamo gli stimoli allo sviluppo dei veicoli connessi e a guida autonoma e del software defined vehicle, ma con costernazione lamentiamo la mancanza di elementi fondamentali della transizione, tra i quali la neutralità tecnologica – ha commentato Roberto Vavassori, presidente di Anfia. La domanda rimane infatti: come verrà attuata nella pratica questa neutralità? Per sostenere la competitività e preservare l’occupazione, l’Ue deve abbracciare un portafoglio diversificato di tecnologie sostenibili, includendo, al 2035 e oltre, i veicoli ibridi sia plug-in che range–extender alimentati con carburanti di origine non fossile. Inoltre, se il vero obiettivo della Commissione rimane la decarbonizzazione, non vediamo alternative ad un progressivo piano di rinnovo del parco circolante auto, oggi vecchio di 12,5
anni e ad alte emissioni, che focalizzi le risorse su veicoli e componentistica prodotti in Europa.
In assenza di questo piano, il settore è destinato a scomparire sotto i colpi della competizione
cinese e della politica oltreatlantica”.