Sembrerebbe arrivata alla conclusione, dopo una lunga gestazione e molte polemiche, la norma che unifica gli archivi di Aci e P.R.A. In ballo è un patrimonio importantissimo di conoscenze che vanno salvaguardate.Se ripenso ai miei rapporti privati e professionali con il Pubblico Registro Automobilistico devo necessariamente affermare che i momenti difficili sono stati molti e non privi di conseguenze. Alla fine degli anni ’80 ho dovuto forzatamente accedere al condono per mancato pagamento del famigerato superbollo diesel sborsando oltre 5 milioni di lire. L’evasione contestata di anno in anno riguardava una vettura con motore diesel da me ceduta ad una primaria concessionaria di marca e da questa rivenduta ad un nuovo cliente con accensione di finanziamento, come risultava dagli atti notarili. In quel tempo purtroppo vigeva la regola, successivamente modificata, che unica fonte certa di diritto era quanto contenuto nel Pubblico Registro Automobilistico che però non risultava aggiornato nonostante la nota di trasmissione degli atti fosse timbrata e controfirmata dal Conservatore del P.R.A. Inevitabile l’adesione al condono proposto a fronte di una richiesta che con aggi, interessi ed altro aveva ormai superato i 25 milioni delle vecchie lire.
Aci-P.R.A.
Durante la mia lunga esperienza in Unrae come direttore dei Servizi statistici dell’Associazione, prima, e del Centro Studi, poi, il rapporto con Aci-P.R.A. non ha mai subito interruzioni ma, mentre gli analisti delle Case automobilistiche apprezzavano il P.R.A. quale importante strumento di conoscenza del mercato e soprattutto del parco veicolare italiano indispensabile per le loro azioni di marketing, l’Aci difendeva il suo registro quale unico strumento giuridico valido a certificare la proprietà di un veicolo. Tale atteggiamento, seppure conforme alla norma, rafforzava la tesi secondo la quale il P.R.A. altro non fosse che uno strumento per meglio raccogliere le numerose tasse automobilistiche (bolli, superbolli, ecc.) che negli anni si sono succedute e per individuare (?) i destinatari delle multe a tutto discapito di servizi che un’associazione di automobilisti avrebbe potuto offrire al settore.
Unificazione
La posizione dell’Aci, inoltre, ha determinato, nel tempo, un conflitto di competenze con il Ministero dei Trasporti che come titolare dell’Archivio Nazionale dei veicoli ha costantemente incoraggiato le varie iniziative intese a sopprimere il P.R.A. La situazione non ha certamente favorito le attività di studio e di ricerca delle Case automobilistiche che hanno realizzato presso l’Unrae una Banca Dati Integrata utilizzando i dati derivati dall’Archivio Nazionale dei veicoli e dal Pubblico Registro Automobilistico che se esaminati separatamente non sarebbero in grado di fornire esaurienti risposte alle numerose necessità di analisi e di ricerca. In effetti, in molti e per molto tempo ci siamo domandati: perché due archivi simili nella composizione e nelle finalità che tra l’altro non si parlano? Ebbene ora ci siamo; anche se mancano ancora i decreti attuativi una norma stabilisce che i due archivi vanno unificati. L’operazione non sarà semplice ma soprattutto è auspicabile che la gestione non venga lasciata ai soli burocrati ma che venga coinvolto il settore e e gli attuali e futuri potenziali utilizzatori. Nonostante le premesse, il P.R.A. rappresenta un enorme patrimonio di competenze e di conoscenze che vanno salvaguardate e tutelate. Potrebbero, per esempio, costituire la base sulla quale poggiare la realizzazione della carta di identità dei veicoli di cui abbiamo scritto in precedenti articoli di questa rivista. Per queste poche considerazioni e per molte altre che si potrebbero fare lasciateci esprimere l’auspicio che il P.R.A. non venga buttato!