Mercato auto, in Europa Occidentale Gennaio-Settembre +17%

Il rallentamento nella crescita del mercato è dovuto anche al venir meno di incentivi all’acquisto di auto elettriche, in particolare nel mercato tedesco

A settembre il mercato dell’auto dell’Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) ha fatto registrare 1.166.728 immatricolazioni con un incremento dell’11,1% su settembre 2022. Questo risultato positivo non è però soddisfacente se si considera che nel gennaio-settembre l’incremento sullo stesso periodo del 2022 è del 17%. Il rallentamento nella crescita del mercato in Europa Occidentale è dovuto anche al venir meno di incentivi all’acquisto di auto elettriche in particolare nel mercato tedesco che è il più importante dell’area e che in settembre accusa infatti un calo dello 0,1%, mentre nel periodo gennaio-settembre ha fatto registrare una crescita del 14,5%.

Elettrico lento in molti paesi

Sulla propensione all’acquisto di auto stanno infatti incidendo diversi fattori negativi, come i tempi di evasione degli ordini e la transizione energetica, che induce molti automobilisti ancora incerti sul tipo di alimentazione da scegliere a rinviare gli acquisti. Nel periodo gennaio-settembre la quota delle immatricolazioni di auto elettriche (che ha toccato il 15,2% nell’intera area) è stata inferiore al 5% in Spagna (4,9%), Cipro (4,8%), Grecia (4,7%), Italia (3,9%), Polonia (3,5%), Repubblica Ceca (2,8%), Croazia (2,7%) e Slovacchia (2,4%).

“A proposito di auto elettriche – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – va detto che in tutti i paesi in cui la quota delle elettriche è rilevante sono in vigore quegli incentivi generosi che si stanno rivelando assolutamente necessari per sostenere il decollo dell’auto elettrica. È una circostanza, questa, che dovrebbe indurre il governo italiano a rivalutare senza ulteriori indugi la nostra politica di incentivi all’auto elettrica. Il fatto che da noi gli incentivi all’elettrico esistano da anni con formule così inefficaci da lasciare sistematicamente una grande parte degli stanziamenti inutilizzati confinandoci così a fare da fanalino di coda tra i grandi paesi europei per la transizione energetica nella mobilità.