La piattaforma per richiedere i bonus è stata aperta ieri alle 10 e a metà pomeriggio aveva fatto registrare prenotazioni per il 66,6%

A maggio sono state immatricolate in Italia 139.581 autovetture con un calo del 6,6% su maggio 2023. Nei primi cinque mesi le immatricolazioni sono state 726.311 immatricolazioni con una crescita del 3,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma con un calo del 20,3% sul 2019. Sui risultati dei primi cinque mesi ed in particolare su quello di maggio ha influito la lunga attesa per l’adozione di incentivi all’acquisto di auto. La piattaforma in cui i concessionari possono prenotare gli incentivi è stata aperta ieri alle 10 e a metà pomeriggio aveva fatto registrare prenotazioni per il 66,6% dei fondi disponibili per le auto elettriche (emissioni da 0 a 20 grammi di CO2 per chilometro), per il 21,8% dei fondi disponibili per le auto endotermiche con emissioni da 61 a 135 grammi di CO2 per chilometro e soltanto per il 4,2% per le ibride (emissioni da 21 a 60 grammi di CO2 per chilometro).
“Stupisce l’interesse per l’elettrico”
“Stupisce favorevolmente – sostiene Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – L’alta quota di prenotazioni per le auto elettriche dovuta sicuramente all’entità degli incentivi, ma auspicabilmente anche ad un accresciuto interesse per questo tipo di auto. E stupisce anche la relativa modestia della quota di prenotazioni per le auto endotermiche con emissioni non superiori a 135 grammi al chilometro di CO2, vetture queste per le quali in passato gli stanziamenti per gli incentivi si esaurivano in pochissimo tempo”. Per quanto riguarda l’andamento dei prossimi mesi dall’inchiesta congiunturale mensile sui concessionari condotta dal Centro Studi Promotor emerge che il 48% dei concessionari si attende vendite in aumento, il 39% stabilità e il 13% manifesta pessimismo sulle prospettive a breve. Complessivamente l’effetto degli incentivi potrebbe essere quello di portare sistematicamente in attivo i bilanci mensili delle immatricolazioni nei prossimi mesi del 2024, ma rispetto alla situazione ante-pandemia resterà ancora da colmare un vuoto considerevole dato che, come si è già detto, il consuntivo dei primi cinque mesi di quest’anno è inferiore del 20,3% rispetto a quello del 2019.