Tuttavia, secondo il Centro Studi Promotor, “resta un miraggio il ritorno alla normalità per il mercato automotive italiano”
A luglio sono state immatricolate in Italia 119.207 autovetture con una crescita dell’8,8% sul luglio 2022. Il periodo gennaio-luglio chiude invece a quota 960.765 immatricolazioni con un incremento sullo stesso periodo del 2022 del 21%. Rispetto ai livelli ante-crisi (cioè rispetto al gennaio-luglio 2019) si registra tuttavia un calo del 22,3%. Se si riuscisse a mantenere il tasso di crescita dei primi sette mesi fino a dicembre, l’anno chiuderebbe con 1.593.209 immatricolazioni. “Questa prospettiva – spiega il Centro Studi Promotor – Non appare probabile, dato anche il rallentamento del tasso di crescita degli ultimi mesi, e in ogni caso, anche se si realizzasse, il mercato dell’auto italiano sarebbe ancora molto lontano dal volume di immatricolazioni necessario per evitare un ulteriore invecchiamento del nostro parco circolante, che è tra i più vetusti d’Europa, con tutto quello che ne consegue in termini di inquinamento e di sicurezza nella circolazione”.
Quagliano: “Serve una politica di rilancio”
“In sintesi – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato automobilistico italiano è ancora molto lontano dal ritorno alla normalità e occorre quindi una politica incisiva di rilancio delle vendite condotta a livello di governi (in Italia e in Europa) e condotta anche dalle case automobilistiche attualmente dominanti sul mercato europeo, che devono decidere se offrire soluzioni a tutti gli utilizzatori di automobili o se concentrarsi sulla produzione di auto elettriche e di auto di élite, lasciando una parte importante della domanda a costruttori nuovi o relativamente nuovi sul mercato europeo”.