Sono tre gli aspetti da tenere in considerazione quando si parla di sostenibilità dei veicoli elettrici: l’aspetto sociale, quello ambientale e quello economico

La diffusione della mobilità elettrica ha importanti ripercussioni, che contribuiscono a definirne il grado di sostenibilità in ambito sociale (e in particolare a livello occupazionale), in ambito ambientale (considerando non solo le emissioni dei vicoli ma anche il processo di estrazioni dei materiali utilizzati) e in ambito economico (per ciò che riguarda in particolare l’impatto reale sul portafoglio degli utilizzatori).
SOSTENIBILITÀ SOCIALE
I veicoli elettrici (BEV) richiedono meno manodopera rispetto ai veicoli a combustione interna, come i diesel o i motori a benzina. Nel caso di un passaggio massiccio ai BEV ci sarebbero quindi ripercussioni anche in termini di occupazione. Però, in uno scenario di medio termine, la perdita di lavoro nella filiera industriale verrebbe compensata dalla necessità di nuovi posti di lavoro nella filiera dell’energia elettrica. In numeri assoluti, secondo la valutazione della Commissione Europea, i posti di lavoro che rischiano di andare persi nello scenario in cui le batterie elettriche vengano prodotte integralmente al di fuori dell’Ue sarebbero appena 34.500. Buona parte dei margini dell’incertezza relativa all’industria automobilistica dipendono comunque da quanto le industrie produttrici basate in Europa sapranno investire nella nuova tecnologia. Se nel 2030 non sarà prodotta nemmeno un’auto elettrica in Europa, la perdita di posti di lavoro sarà del 32% rispetto allo scenario base. Se venisse prodotto in Europa il 10% dei veicoli elettrici, il calo diminuirebbe al 28%. Se la produzione arrivasse al 90% e si producessero in Europa anche le batterie elettriche non ci sarebbe praticamente nessun impatto, e se la produzione fosse tale da supportare esportazioni (120%), ecco che i posti di lavoro aumenterebbero anche al 108% rispetto allo scenario base.
SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
La produzione di batterie richiede litio, cobalto, nichel, rame, grafite, alluminio, manganese, plastica ed altri materiali. Dal punto di vista ambientale, l’auto elettrica può diventare una risorsa significativa sul fronte della riduzione delle emissioni, soprattutto se il mix energetico è composto da produzione da fonti rinnovabili. Tuttavia, su questo versante, le soluzioni si dimostrano piuttosto complesse da mettere in atto. A settembre 2020 la Commissione Europea ha presentato il nuovo piano d’azione per le materie prime critiche, definite tali per l’alto valore economico e l’elevato rischio di approvvigionamento. Si tratta di materiali essenziali per una vasta gamma di ecosistemi industriali, che comprendono i settori delle nuove tecnologie, della transizione energetica e, in particolare, la produzione di batterie utilizzate nella mobilità elettrica e nello stoccaggio di energia pulita. Nell’elenco stilato dalla Commissione e aggiornato al 2020, il litio è stato inserito per la prima volta come materiale critico. L’espansione della mobilità elettrica richiede una maggiore quantità di sistemi di accumulo a batteria, e da ciò deriva la crescita sempre più sostenuta del mercato del litio. Attualmente, la quasi totalità del litio necessario per soddisfare il mercato di batterie europeo è importata dall’estero. Il litio appare quindi, da un lato, come imprescindibile per la transizione verso un futuro a basse emissioni; dall’altro, tuttavia, l’intera catena di produzione trascina con sé preoccupazioni in merito all’impatto sul pianeta. Un’alternativa potrebbe consistere nel litio geotermico, la cui estrazione comporta un consumo di acqua 150 volte minore rispetto alle attività minerarie. Grandi speranze sono riposte in Inghilterra, oggi sede del primo impianto europeo per la produzione di litio geotermico.

SOSTENIBILITÀ ECONOMICA
Per l’industria dell’automotive quella dell’elettrico è una delle rivoluzioni più grandi della storia. L’Italia insieme all’Europa ha deciso di non commercializzare più auto alimentate a benzina e diesel dal 2035, ma la transizione energetica arriva in un momento difficile per l’industria automobilistica mondiale. Secondo alcune indagini, tra spesa di acquisto, manutenzione, tasse e pieno di benzina o di energia, la convenienza dell’alimentazione elettrica sulla benzina non è così immediata. Il costo elevato di partenza può fare la differenza ed il punto di pareggio può arrivare dopo molti anni. Tutto però dipende dagli incentivi e dal modello. Per alcune case automobilistiche il prezzo iniziale non è molto diverso e c’è da scommettere che con il passare degli anni ciò diventerà normale. A prescindere dalla reale sostenibilità economica dell’auto elettrica, ormai con gli investimenti fatti, nessuno immagina di tornare indietro. Nel breve periodo, risulterà fondamentale, non tanto la competizione tra tecnologie (elettrico vs. convenzionale), ma piuttosto una adeguata combinazione delle stesse e la promozione di soluzioni di mobilità alternative a quella individuale.