Ma i livelli ante-crisi sono ancora lontani (-21,5%) e la raccolta ordini va male: “Il mercato italiano potrebbe trovarsi in nuove difficoltà”

Ad agosto il mercato italiano dell’auto ha fatto registrare una crescita del 12%. che si inserisce in una serie ininterrotta di incrementi iniziata in agosto 2022. Nei primi otto mesi di quest’anno, infatti, le immatricolazioni sono state 1.040.560, in ripresa del 20,3% sullo stesso periodo del 2022. Se si mantenesse questo tasso di incremento fino alla fine dell’anno, il 2023 potrebbe chiudere con 1.583.993 immatricolazioni e quindi con una crescita del 20% sul 2022. Anche dall’inchiesta congiunturale condotta a fine agosto dal Centro Studi Promotor emergono elementi che confortano la tesi del possibile raggiungimento nell’intero 2023 del volume di immatricolazioni di cui si è appena detto, tutt’altro che soddisfacente in quanto per far fronte all’esigenza di sostituire le autovetture più vecchie e quindi più inquinanti e meno sicure occorrerebbe un volume di immatricolazioni non inferiore a 2 miloni di unità all’anno.
Incognita nuovi ordini
“Sulle cause di questa situazione, che sta determinando un deterioramento delle condizioni medie di efficienza del parco circolante ed anche un incremento delle emissioni nocive, incide anche la transizione energetica in quanto vi sono forti pressioni per il passaggio all’auto elettrica, ma molti possibili acquirenti non si sentono ancora pronti a fare questa scelta per il prezzo elevato dell’auto elettrica o per riserve sulle idoneità dell’auto elettrica a rispondere pienamente alle loro esigenze – spiegano dal Centro Studi Promotor – In attesa di decidere gli automobilisti in questione rinviano l’acquisto e questa situazione genera un quadro di mercato in cui le case auto hanno ancora un portafoglio ordini importante di vetture non ancora consegnate per le carenze di microchip e di altri componenti essenziali per la loro costruzione, ma l’acquisizione di nuovi ordini appare insoddisfacente”.
“È del tutto evidente – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – Che se questa situazione non si sbloccherà in tempi ragionevolmente brevi il mercato italiano dell’auto potrebbe trovarsi in nuove difficoltà perché l’esaurirsi delle consegne rinviate per le carenze di microchip (e dintorni) non sarebbe accompagnato dalla ripresa di nuovi ordini”.