Prosegue il cammino dell’auto elettrica, ma con differenze notevolissime tra paese e paese: si passa infatti dall’83,5% della Norvegia al 2,5% della Slovacchia

Quindicesima crescita mensile consecutiva per il mercato auto dell’Europa Occidentale. A ottobre le immatricolazioni nell’area hanno infatti toccato quota 1.039.253, contro le 911.132 unità dell’ottobre 2022, facendo quindi registrare un incremento del 14,1%. Positivo è naturalmente anche il bilancio dei primi dieci del 2023. Le immatricolazioni hanno toccato quota 10.722.930 con un incremento del 16,7% su gennaio-ottobre 2022, ma con un calo del 19,6% sullo stesso periodo del 2019.
Al momento non paiono esservi le condizioni per il ritorno del mercato dell’auto ai livelli ante-crisi nel corso del 2024. Le attese per l’economia non appaiono tra l’altro particolarmente favorevoli. “Le prospettive economiche internazionali – sostiene l’Istat nella sua nota sull’andamento dell’economia pubblicata il 10 novembre – restano molto incerte condizionate dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche e dalle condizioni finanziarie sfavorevoli per famiglie ed imprese”. Il ritorno alla normalità del mercato dell’auto dell’Europa Occidentale potrebbe quindi avvenire nel 2025 o addirittura nel 2026.
Cresce l’elettrico, con profonde differenze tra paesi
“In questo quadro non entusiasmante – afferma Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – prosegue il cammino dell’auto elettrica la cui quota sulle immatricolazioni complessive, che era del 12,2% nei primi dieci mesi del 2022, è salita di tre punti tondi nello stesso periodo del 2023 collocandosi al 15,2% ma con differenze notevolissime tra paese e paese. Si passa infatti dall’83,5% della Norvegia al 2,5% della Slovacchia che, con una quota così modesta, non contribuisce certo al miglioramento dell’ambiente, anche se, ad onore del vero, va detto che le benemerenze ecologiche della Norvegia sono completamente vanificate dal fatto che questo paese è un grande produttore di petrolio, risorsa energetica il cui utilizzo non giova certo all’ambiente”.